Particolare del Retablo del Presepio del Maestro di Castelsardo

Retablo di S. Bernardino

Retablo di San Bernardino
  • Nazione - Italia
  • Città - Cagliari
  • Luogo di conservazione - Pinacoteca Nazionale di Cagliari
  • Categoria - Dipinti
  • Inventario - DI4
  • Materia e tecnica - Tempera su tavola
  • Autore - Rafael Thomas, Joan Figuera
  • Dimensioni - cm 398,9 x 253
  • Datazione - 1455

Il dipinto proviene dalla cappella di S. Bernardino della chiesa di S. Francesco di Stampace. Del retablo esiste l'atto di allogazione: nel 1455 fu commissionato da Miquel Gros, guardiano dei Minori Osservanti del Convento, e dal cittadino cagliaritano Francesch Oliver ai pittori Rafael Thomas e Joan Figuera contro la somma di duecentoquaranta fiorini d'oro d'Aragona. Contrariamente a quanto si pensava in passato (Post 1935), sembrerebbe da più recenti studi (Maltese 1962, Serra 1990) che la personalità artistica dominante sarebbe quella del Thomàs (tra l'altro menzionato per primo nel documento), mentre il Figuera sarebbe stato nell'impresa suo consocio e collaboratore.

Il dipinto era completo anche del polvarolo (Spano 1861), che ci è pervenuto frammentario: raffigura i profeti Amos, Ezechiele, Isaia, Daniele, Davide, Giona, Naum, Abacuc, Abdia.

Al Thomas, secondo la proposta avanzata da Corrado Maltese (1962) e avallata poi da pubblicazioni più recenti ( Serra-Coroneo 1990 ), andrebbero ascritti lo scomparto principale, raffigurante S. Bernardino in mezzo a due angeli e le scene laterali che raccontano episodi salienti della vita del santo: a partire da sinistra, in basso, "Miracolo post mortem", "Resurrezione di un morto per ferite", "Visione durante la predica"; sulla destra dall'alto "Traversata del fiume a bordo del mantello", "Risanamento degli storpi e liberazione dell'indemoniato", "Miracolo post mortem".

Di Joan Figuera sarebbe la predella che rappresenta, da sinistra, "Benedizione di pellegrini e storpi", "Guarigione dell'ammalata", "Resurrezione del fanciullo", "Miracolo del cacciatore", "Resurrezione dell'annegato", "Cristo in pietà", "Devoti alla tomba del santo".

A una terza mano, caratterizzata da evidenti impacci narrativi, sarebbero da assegnare il polvarolo e i due pannelli mediani alti raffiguranti la Crocifissione e il Compianto sul Cristo morto.

Tutte le scene dipinte, e le relative ambientazioni, pur nelle evidenti differenze qualitative e stilistiche tra le diverse mani, testimoniano un influsso culturale di matrice catalano-fiamminga che si palesa nella freschezza e vivacità narrativa, nella cura del dettaglio e nella preziosità delle cromie.

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