Particolare del Retablo del Presepio del Maestro di Castelsardo

Sant’Agostino

Sant'Agostino
  • Nazione - Italia
  • Città - Cagliari
  • Luogo di conservazione - Pinacoteca Nazionale di Cagliari
  • Categoria - Dipinti
  • Inventario - DI16
  • Materia e tecnica - tempera e olio su tavola
  • Autore - Pietro e Michele Cavaro
  • Datazione - ante 1537

Opera incompiuta.
Scomparto maggiore: S. Agostino in meditazione, Crocefisso e Madonna del Latte, m 1,78 x 1, 47. Predella: Cristo fra SS. Apollonia e Lucia, m 0,29 x 1,07.

L'incompiuta pala di S. Agostino, in Pinacoteca dal 1899, proviene dal chiostro del S. Francesco di Stampace a Cagliari ed è passata in precedenza sotto le intitolazioni a S. Benedetto e a S. Ludovico di Tolosa. Il retablo, costituito da una tavola centrale e da una predella, si caratterizza per la novità dell'impostazione compositiva, determinata dall'adozione della cornice classicheggiante di tipo italiano e di gusto decisamente rinascimentale e da una insolita iconografia (le Meditazioni di S. Agostino, secondo il Pescarmona, 1988), molto rara per tutto il corso del Cinquecento e che avrà maggiore diffusione nel Seicento (Rubens, Murillo). La concezione d'insieme troppo innovativa, per una committenza che ancora continua ad apprezzare il retablo di tipologia tardogotica, potrebbe essere tra le cause del non finito del dipinto; si ammette infatti che il retablo sia stato lasciato incompiuto da Pietro Cavaro alla sua morte (1537), e mai portato a termine dalla sua bottega. Nello scomparto maggiore il Santo Vescovo è rappresentato in preghiera tra il Crocefisso e la Madonna col Bambino, secondo il riferimento alle Meditazioni, dove S. Agostino attende di essere alimentato dal sangue di Cristo e dal latte della Vergine, per nutrire la sua fede e la sua teologia. Sono visibili tracce del disegno preparatorio nella nicchia e nella figura della Madonna col Bambino; il disegno emerge anche nella predella a sviluppo continuo, nella figura del Cristo che indica la ferita al costato da cui zampilla il sangue raccolto in un calice, e di quelle a mezzo busto che lo fiancheggiano: un angelo, S. Lucia sulla destra e S. Apollonia sulla sinistra. Per la predella il rimando va a ambito dell'Italia Meridionale (Serra-Coroneo 1990). L'originaria attribuzione a Pietro Cavaro si deve all'Aru. Le attuali incertezze circa l'autografia dell'opera, dovute alla difficoltà di stabilire la misura di un eventuale intervento di Michele, si risolvono in parte per le raffinatezze disegnative e cromatiche della figura di S. Agostino che fanno propendere per una ascrizione pressoché totale alla mano di Pietro; se si potesse restituire con certezza a Pietro piuttosto che a Michele anche la Madonna col Bambino, questa sarebbe l'unica sua tavola raffigurante tale soggetto.

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