Particolare del Retablo del Presepio del Maestro di Castelsardo

Retablo di S. Eligio

Retablo di Sant'Eligio
  • Nazione - Italia
  • Città - Cagliari
  • Luogo di conservazione - Pinacoteca Nazionale di Cagliari
  • Categoria - Dipinti
  • Inventario - DI10
  • Materia e tecnica - Tempera su tavola
  • Autore - Maestro di Sanluri
  • Dimensioni - cm 447,2 x 333,8
  • Datazione - Inizi XVI secolo

Il doppio trittico, completo di predella e polvarolo, proviene dalla chiesa di San Pietro a Sanluri, paese al quale l'autore di questo retablo deve la propria denominazione. Ma questa opera, di dimensioni ragguardevoli, aveva la sua collocazione originaria presso la chiesa dedicata a Santa Maria di Gesù, una chiesa dei frati Minori Osservanti, ed era collocata nella cappella del gremio dei Fabbroferrai: ecco spiegata l'intitolazione a Sant'Eligio, patrono dei lavoratori dei metalli, e la presenza di un santo appartenente all'ordine dei francescani , come Sant'Antonio.

Ciò che balza all'occhio immediatamente, a parte le dimensioni del retablo (alto m. 4,46 e largo m. 3,57), è lo stato di degrado della pellicola pittorica. Il restauro dell'opera non poté porre rimedio alla caduta di colore che interessa la parte superiore del retablo e dovette limitarsi ad un intervento di tipo conservativo: pertanto oggi non sono più leggibili i pannelli superiori centrale e laterale sinistro.

Osservando i piccoli lacerti di pittura rimasti in questi scomparti, si intuisce nel pannello sinistro la presenza di una graticola, attributo tipico del San Lorenzo, mentre nel pannello centrale si riconosce un angelo in volo, presente di solito nelle Annunciazioni o nelle Madonne in maestà.

Negli altri scomparti osserviamo: in alto a destra, San Leonardo, riconoscibile grazie ai ceppi e alla foglia di palma, simboli del suo martirio; nel pannello sottostante troviamo il Sant'Antonio da Padova, che fu trasformato in Sant'Andrea, con l'inserimento di una croce e di un manto poi rimossi dal restauro. A sinistra, anche se molto danneggiato, è ancora visibile un Santo vescovo, con mitria, pastorale e piviale. Nel pannello centrale Sant'Eligio vescovo è seduto sul trono in atteggiamento benedicente.

Nel polvarolo sono raffigurati Santi, profeti e personaggi biblici; da sinistra in basso: San Giuliano, San Nicola di Bari, Davide (frammenti); al culmine un calice eucaristico fra una coppia di centauri; di seguito, sulla destra: Isaia, Malachia, Sant'Antonio abate e San Sebastiano.

Interessante è la predella, con episodi della vita del Santo: il sogno premonitore della madre, Sant'Eligio nella sua bottega di orafo, Sant'Eligio che pesa due selle davanti al re Clotario; al centro, un Cristo in pietà sorretto da tre angeli e, di seguito: Sant'Eligio che dà l'elemosina agli storpi, la consacrazione vescovile di Eligio e le spoglie del Santo venerate da alcuni devoti.

In questo retablo si osserva l'adozione di moduli prospettici provenienti dalla penisola: il trono su cui è assiso il santo è raffigurato secondo una prospettiva con punto di fuga centrale, presenta una articolazione dello spazio complessa, che riprende sensibilmente la Fortezza del Botticelli agli Uffizi. Anche negli scomparti laterali lo spazio è descritto secondo le regole della prospettiva, e la profondità della scena è misurabile grazie alla presenza delle piastrelle. Un tentativo di rifarsi a moduli classicheggianti si rinviene anche nei finti bassorilievi alle spalle dei Santi nei pannelli laterali.

Contatti con l'arte umbro-romana sono evidenti nei bellissimi Santi Giuliano e Sebastiano rappresentati nel polvarolo.

Il retablo manifesta contatti anche con la pittura iberica, visibili nello schema della predella. Inoltre i fondi oro, i panneggi e i broccati delle vesti (nei pannelli centrali) descritti con grande realismo, le figure allungate dei Santi, il coronamento stesso dei pannelli superiori, i particolari degli interni descritti nella predella, rimandano ancora a dei moduli iberico-fiamminghi tardogotici.

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