Particolare del Retablo del Presepio del Maestro di Castelsardo

Madonna della Consolazione tra i SS. Giovanni Battista e Michele Arcangelo

Trittico della consolazione
  • Nazione - Italia
  • Città - Cagliari
  • Luogo di conservazione - Pinacoteca Nazionale di Cagliari
  • Categoria - Dipinti
  • Inventario - DI17
  • Materia e tecnica - Tempera e olio su tavola
  • Autore - Michele Cavaro ( attribuito )
  • Dimensioni - cm. 134 x 84; 133 x 61; 134 x 58
  • Datazione - 1549-1567

Questi tre elementi oggi assemblati in un trittico, sono in realtà parte di un polittico di cui non si conservano altre tavole. L'opera, originariamente collocata in una delle cappelle del San Francesco di Stampace (molto probabilmente proprio quella detta della Consolazione) è intitolata alla Madonna della Consolazione, come testimonia l'iscrizione sulla veste della Vergine: SANTA MARIA C_SOLACIONIS.

La posa di Maria, rappresentata nel pannello centrale, è assai frequente in ambito lombardo: seduta, appoggia la schiena contro un albero, mentre allatta il Bambino e volge lo sguardo verso San Giuseppe.

Affianco a lei ed ai suoi piedi sono degli angeli, di proporzioni visibilmente ridotte rispetto a quelle della Madonna stessa: ciò riprende una consuetudine pittorica medievale, secondo la quale si realizzava con proporzioni maggiori il soggetto di più elevata dignità religiosa.

Nei pannelli laterali sono raffigurati il San Giovanni e, a destra, il San Michele Arcangelo, rappresentati secondo l'iconografia tradizionale.

La collocazione delle figure nello spazio e le pose dei personaggi -specialmente le torsioni dei Santi, nei pannelli laterali - evidenziano la maturità dell'opera di Michele Cavaro: dopo un soggiorno a Napoli, avvenuto tra il 1530 e il 1540 circa, egli infatti mette in pratica, nella realizzazione di questo retablo, le novità manieriste apprese in ambito partenopeo; tuttavia proprio questi elementi rimangono comunque racchiusi in un certo linearismo, che evidenzia, soprattutto nel San Michele Arcangelo, una esilità di forme di matrice ancora tardogotica.

Ad uno sfondo paesaggistico di ascendenza leonardesca, si affiancano particolari descritti minuziosamente come fiori e piantine, o come la rondine (peraltro usata qui anche come simbolo di fertilità), legata per una zampa da un laccio rosso, la cui estremità è stretta da Gesù; l'attenzione all'ambiente e il realismo con cui sono rappresentati questi dettagli, è tipico dell'ambito fiammingo.

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