Particolare del Retablo del Presepio del Maestro di Castelsardo

Amuleto

Amuleto
  • Nazione - Italia
  • Città - Cagliari
  • Luogo di conservazione - Pinacoteca Nazionale di Cagliari
  • Categoria - Oreficeria
  • Inventario - OR207
  • Materia e tecnica - Argento e turbo rugosus - Tecnica a laminazione e filigrana
  • Dimensioni - cm. 8 x 1,6 x 0,4
  • Datazione - Fine XIX secolo

L’amuleto caratterizzato da una sfera di colore nero, legata in argento a formare un ciondolo, è diffuso in molti centri sardi, con diverse denominazioni ( sabegia, cocco, pinnadeddu…). Allo scopo di proteggere i bambini dal malocchio, l’amuleto si appendeva agli abiti o nelle culle. La sfera nera può essere di diversi materiali, come pasta vitrea, ambra nera, legno, onice, ossidiana, ecc. Le catenelle più o meno elaborate che reggono la sfera, sono sempre in argento: secondo la credenza popolare, infatti, l’oro avrebbe il potere di annullare la carica magica delle pietra. Spesso il potere magico dell’oggetto è rafforzato da elementi in corallo e sonaglini. La rottura della sfera veniva attribuita al fatto che l’amuleto avesse effettivamente protetto dal malocchio il suo portatore.

Amuleto “ occhio di Santa Lucia ” con montatura in argento e catenella a maglie semplici. L’opercolo del gasteropode turbo rugosus per la sua forma richiamante quella dell’occhio, è divenuto l’amuleto deputato a proteggere gli occhi da ogni male. Nella religione popolare cristiana si ritrova accoppiato ad un’immagine sacra ed è denominato “occhio di Santa Lucia ”.

Pagina Precedente