Particolare del Retablo del Presepio del Maestro di Castelsardo

Amuleto

Amuleto
  • Nazione - Italia
  • Città - Cagliari
  • Luogo di conservazione - Pinacoteca Nazionale di Cagliari
  • Collezione - Acquisto Collezione Sanjust – 12. 2. 1925
  • Categoria - Oreficeria
  • Inventario - OR208
  • Materia e tecnica - Argento e dente di pescecane - Tecnica a laminazione
  • Dimensioni - cm. 9,4 x 1,9 x 0,7
  • Datazione - XIX secolo

L’amuleto caratterizzato da una sfera di colore nero, legata in argento a formare un ciondolo, è diffuso in molti centri sardi, con diverse denominazioni ( sabegia, cocco, pinnadeddu…). Allo scopo di proteggere i bambini dal malocchio, l’amuleto si appendeva agli abiti o nelle culle. La sfera nera può essere di diversi materiali, come pasta vitrea, ambra nera, legno, onice, ossidiana, ecc. Le catenelle più o meno elaborate che reggono la sfera, sono sempre in argento: secondo la credenza popolare, infatti, l’oro avrebbe il potere di annullare la carica magica delle pietra. Spesso il potere magico dell’oggetto è rafforzato da elementi in corallo e sonaglini. La rottura della sfera veniva attribuita al fatto che l’amuleto avesse effettivamente protetto dal malocchio il suo portatore.

Amuleto con dente di pescecane incappucciato da una lamina di argento e catenella d’argento semplice.

Questo genere di amuleto di grande popolarità, è costituito dai denti di animale, appuntiti e appartenenti ad esseri legati in qualche misura alla sfera del sacro naturale, o portatori essi stessi di segnali di buona o cattiva sorte.

Erano ritenuti, fin dal tempo degli Egizi, veicoli capaci di attribuire ai loro possessori la stessa forza degli animali a cui appartenevano e, conseguentemente, il potere di allontanare i pericoli della vita quotidiana.

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