Amuleto
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L’amuleto caratterizzato da una sfera di colore nero, legata in argento a formare un ciondolo, è diffuso in molti centri sardi, con diverse denominazioni ( sabegia, cocco, pinnadeddu…). Allo scopo di proteggere i bambini dal malocchio, l’amuleto si appendeva agli abiti o nelle culle. La sfera nera può essere di diversi materiali, come pasta vitrea, ambra nera, legno, onice, ossidiana, ecc. Le catenelle più o meno elaborate che reggono la sfera, sono sempre in argento: secondo la credenza popolare, infatti, l’oro avrebbe il potere di annullare la carica magica delle pietra. Spesso il potere magico dell’oggetto è rafforzato da elementi in corallo e sonaglini. La rottura della sfera veniva attribuita al fatto che l’amuleto avesse effettivamente protetto dal malocchio il suo portatore. Amuleto con dente di pescecane incappucciato da una lamina di argento e catenella d’argento semplice. Questo genere di amuleto di grande popolarità, è costituito dai denti di animale, appuntiti e appartenenti ad esseri legati in qualche misura alla sfera del sacro naturale, o portatori essi stessi di segnali di buona o cattiva sorte. Erano ritenuti, fin dal tempo degli Egizi, veicoli capaci di attribuire ai loro possessori la stessa forza degli animali a cui appartenevano e, conseguentemente, il potere di allontanare i pericoli della vita quotidiana. |
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