Particolare del Retablo del Presepio del Maestro di Castelsardo

Turibolo a tempietto gotico

  • Categoria - Arredo liturgico
  • Inventario - AL12
  • Materia e tecnica - Argento sbalzato, cesellato e a traforo
  • Autore - Bottega sarda
  • Dimensioni - h in cm. 27; catene cm. 66
  • Datazione - XVI secolo (1536)

Recipiente in metallo (ottone, bronzo, rame argentato e argento) a forma di coppa su piede, con all’interno un piccolo braciere entro cui si sistema il carbone acceso e, su questo, i grani d’incenso; la coppa è chiusa da un coperchio traforato che permette la circolazione dell’aria necessaria alla combustione.

L’uso del turibolo risale al VII – VIII secolo, ma il rito dell’incensazione venne regolamentato e codificato nel XIV secolo, mentre la forma passava dalle originarie scatole rotonde o esagonali alle elaborate costruzioni dei turiboli architettonici riproducenti edifici sacri in miniatura, per finire poi nell’adozione di più semplici partiti decorativi.

Il turibolo proviene dalla distrutta chiesa di santa Caterina da Siena in Castello e ha un’iscrizione incisa all’interno del piede “ ESTE TURIBOLO ES DE SANTA CATERINA DE SENA HISO A. 1536 ”. Il basamento portaincenso di forme esagonale presenta una suddivisione in specchi che recano inciso in motivo decorativo geometrico liscio; la parte superiore, tempietto gotico di forma esagonale, ha gli angoli segnati da piccole torri merlate ed i lati traforati finemente a motivi geometrici.

Tra un ordine e l’altro è una merlatura che si sviluppa lungo tutte le conici che suddividono la guglia superiore, la quale presenta negli specchi dei decori vegetali e traforati. Pur essendo privo di marchi specifici può essere attribuito a bottega sarda del XVI secolo, per motivi tecnici e stilistici. Le quattro catenelle, tipiche sarde, terminano con una placca a trifoglio.

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