Sant’Agostino in Cattedra
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Secondo varie testimonianze (P. Martini 1858; G. Spano 1861) la tavola, originariamente collocata nell'altare maggiore della chiesa degli Eremitani di S. Agostino Vecchio a Cagliari, sarebbe poi passata al convento nuovo di S. Agostino, nel quartiere di Marina. L'originaria attribuzione a Pietro Cavaro è dell'Aru. Nonostante non esista alcun documento relativo al dipinto, in base alla consuetudine pittorica cinquecentesca e al luogo di conservazione originario, è fondato credere che questa facesse parte di un importante e grandioso polittico, denso di novità iconografiche e strutturali, destinato a ricordare il santo vescovo nel luogo della sua sepoltura. La tavola si caratterizza per una particolare iconografia, che nasce dalla fusione di varie tradizioni: il Santo vescovo in Cattedra, la Consegna della Regola e la Disputa con gli eretici; nello squadro prospettico della cattedra è stato ipotizzato un ricordo del trono di S. Eligio del Maestro di Sanluri (Serra-Coroneo, 1990). Strutturalmente il dipinto è ricco di influssi pittorici dell'Italia Meridionale e più in particolare documenta l'aggiornamento di Pietro Cavaro su opere campane a lui contemporanee, conosciute durante l'esperienza a Napoli. Non mancano tuttavia indizi di una cultura italiana più ampia, soprattutto di ambito umanistico romano-urbinate, decifrabili nella chiara preferenza per la regola piuttosto che per la minuta descrittività; incuriosisce la disposizione di piatto, e non di taglio, dei libri nelle mensole, ordinati e non alla rinfusa come nello studiolo del S. Gerolamo del Colantonio (Serra-Coroneo, 1990). |
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